Se per aree “strategiche” della città il progetto urbano ha la capacità di ridare forma e significato attraverso un processo, cosa possiamo fare per “la città di tutti i giorni”? Nella generale insoddisfazione delle pratiche di trasformazione della città contemporanea si riscontra infatti una particolare noncuranza per lo” spazio del quotidiano”. Il volume parte da questo problema e rielabora le riflessioni maturate negli anni da un gruppo di docenti (urbanisti e architetti) di un laboratorio di progettazione urbanistica, in particolare sul rapporto tra piano, progetto, norme, regole e disegno, e su come tutto ciò ricade sulla qualità dell’abitare e sugli spazi della quotidianità di una città, nelle sue forme edificate, nelle sue reti. Si ritiene che il compito del progettista sia di assicurare la qualità morfologica e funzionale come forma di garanzia minima nei processi di pianificazione locale poiché il piano urbanistico, per scala e per contenuti tecnici, è in grado di garantirne unicamente i presupposti. La struttura del volume si articola in due parti, la prima con i contributi di carattere teorico dei docenti che hanno collaborato al laboratorio, la seconda illustrativa del metodo, tramite i lavori degli studenti, che si sono messi alla prova nella redazione di un documento di ausilio alla progettazione (un documento preliminare alla progettazione) -che sempre più spesso correda bandi concorsualie nella risposta progettuale.
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